Un’analisi finale del meccanismo di utilizzo dei crediti d’imposta apre le porte al programma Transizione 5.0. Gli incentivi, finanziati con 6,3 miliardi di euro provenienti dai fondi europei RepowerEu, sono stati incorporati nel decreto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), approvato ieri dal consiglio dei ministri.

La bozza, oltre a richiedere l’emissione di due decreti attuativi per la sua piena implementazione, stabilisce che i crediti d’imposta dovranno essere utilizzati entro il 31 dicembre 2025, con l’eventuale eccedenza sfruttabile negli anni successivi, ma secondo un piano dilazionato: cinque rate annuali di uguale entità. Questo vincolo è stato introdotto a seguito delle osservazioni della Ragioneria dello Stato riguardo a un potenziale squilibrio tra cassa e competenza che avrebbe potuto gravare pesantemente sugli anni successivi al 2026, la scadenza del PNRR. Di conseguenza, il sistema appare meno attraente dal punto di vista fiscale rispetto alle previsioni iniziali, nonostante rappresenti comunque un’importante innovazione per gli investitori.

L’agevolazione riguarda la doppia transizione dei processi produttivi (digitale ed energetica) mediante nuovi investimenti effettuati nel biennio 2024-2025, con un limite massimo di 50 milioni di euro. Le imprese di qualsiasi dimensione, struttura legale, settore o localizzazione geografica possono accedervi, a condizione che presentino un progetto di innovazione mirato a ridurre i consumi energetici di almeno il 3% (oppure, in alternativa, a migliorare i processi oggetto dell’investimento di almeno il 5%) e basato esclusivamente su beni strumentali materiali (come macchinari, robot e magazzini automatizzati) e immateriali (come software) tecnologicamente avanzati e interconnessi ai sistemi di produzione indicati nella legge di bilancio 2017, che ha definito il piano Industria 4.0. Inoltre, saranno ammessi anche gli investimenti in beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili (esclusi i biocarburanti) e le spese per la formazione in competenze legate alla transizione ecologica. Per quanto riguarda l’energia solare, saranno agevolabili solo i pannelli fotovoltaici ad alte prestazioni, inclusi nel registro dell’Enea sulle produzioni europee. Per quanto riguarda la formazione, le spese saranno accettate solo fino al 10% dell’investimento totale, con un tetto massimo di 300.000 euro e limitazioni per quanto riguarda l’uso di formatori esterni all’azienda.

Nel caso in cui non siano soddisfatti i criteri energetici, le imprese potranno comunque accedere alle aliquote attualmente in vigore per i crediti d’imposta 4.0, purché soddisfino i relativi requisiti.