Il Senato ha votato a favore della fiducia posta dal governo sul decreto Sud con un responso di 102 voti favorevoli, 64 contrari e un astenuto. Palazzo Madama ha ratificato integralmente il testo precedentemente approvato dalla Camera, confermando così la sua trasformazione in legge. Il Decreto Legislativo (Dl) si articola principalmente in due sezioni cruciali: la ristrutturazione della governance del Fondo Sviluppo e Coesione (Fsc), che prevede la stipula di Accordi di Coesione tra il Ministero del Sud e le amministrazioni responsabili della gestione delle risorse, e l’istituzione della Zona Economica Speciale Unica.

A partire dal 1° gennaio 2024, la Zona Economica Speciale Unica entrerà in vigore per le regioni dell’Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna, sostituendo così le attuali otto Zone Economiche Speciali attive a livello regionale. Le critiche mosse dalle opposizioni e da alcune Regioni sulla riorganizzazione del Fsc sono state considerate un tentativo di centralizzazione dal Ministro per il Sud, Fitto, il quale ha ribattuto ricordando che la Conferenza Unificata ha espresso un parere positivo al decreto e che durante tale incontro sono state accolte diverse indicazioni, contribuendo a migliorare il testo.

Il decreto prevede anche un piano di assunzioni a tempo indeterminato al fine di potenziare la capacità di spesa dei fondi di coesione. In particolare, sono previste fino a 2.129 nuove unità in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, destinate a Comuni, Province e Regioni, mentre il Dipartimento delle Politiche di Coesione di Palazzo Chigi potrà beneficiare di fino a 71 nuove assunzioni. Nel Dl è inoltre contemplata l’estensione del limite massimo di permanenza nei Centri per il Rimpatrio degli Stranieri in attesa di espulsione, portandolo da 6 a 18 mesi.